Nuovi sviluppi riguardanti il caso Mozilla, arriva la denuncia per gravi accuse: cosa sta succedendo al colosso più noto al mondo?
Negli ultimi giorni vi è agitazione tra gli utenti, pronti a manifestare disappunto. La controparte coinvolta, verso la quale sono dirette innumerevoli proteste, è Mozilla, ‘rivale’ di Google.
Una operazione poco chiara perpetrata a discapito dei suoi assidui fruitori, ora infuriati. Un caso che sta scatenando una vera e propria bufera tecnologica, da cui, probabilmente, potrebbero derivare conseguenze importanti, particolarmente incisive per quanto riguarda il destino della famosissima società.
Infatti è sopraggiunto, nelle ultime ore, un esposto che la segnalerebbe alle autorità competenti ai fini dell’indagine. Momenti concitati, dunque, nei quali dovrà rispondere e attenersi strettamente a quanto addebitato. Tuttavia, quali sono i capi d’accusa? I siti più accreditati – specialisti del settore – non parlano d’altro, attendendo con apprensione la sua terribile sorte. Perciò l’attenzione mediatica è a livelli altissimi e gli occhi sono puntati su di lei. I dettagli della vicenda.
Mozilla è nei guai, arriva l’esposto: da non credere
Finora solamente qualche indiscrezione, adesso la conferma che spazza via ogni dubbio: Mozilla è nel mirino dei nuclei investigativi. La notizia equivalente a una doccia fredda, soprattutto per gli utenti, questi ultimi le vere ‘vittime’ della situazione. Accertato il fatto, ora si reputa necessario capire come muoversi, cercando di limitare i danni quanto più possibile. Non si fa riferimento ancora a nessuna sanzione, ciononostante la denuncia è scattata immediatamente, allertando chi di dovere.
Infatti l’organizzazione austriaca NOYB (European Centre for Digital Rights) ha lanciato una segnalazione alle autorità del luogo poiché Mozilla avrebbe attivato una funzione potenzialmente lesiva, dopo l’aggiornamento del software, senza il consenso degli utenti stessi. Si tratta della ‘funzione di privacy’ (definita anche Privacy Preserving Attribution) abilitata dalla stessa attraverso il suo browser Firefox con lo scopo di tracciare i comportamenti degli utilizzatori finali sui diversi siti web, per conto degli inserzionisti.
La differenza (preoccupante) sta nel fatto che non siano i singoli siti a monitorare questi dati bensì il browser medesimo. Attraverso una nota, NOYB si è espressa in questi termini: “sebbene possa essere un miglioramento rispetto al tracciamento invasivo dei cookie, l’azienda non hai mai chiesto ai suoi utenti se volessero attivarlo” imponendo silenziosamente tale modalità come impostazione predefinita. A questo punto si conclude così: “è allarmante perché Mozilla ha la reputazione di essere un’alternativa rispettosa della privacy“.
Dinanzi a tali presupposti, quale sarà l’esito di questa traversia? Non resta che attendere ulteriori aggiornamenti per scoprirne la ‘sentenza’.